giovedì 22 maggio 2008

Il triestino James Joyce Francescoli di Guido Jalil


Anche questo libro, come spesso mi succede, giaceva sugli scaffali della mia libreria da 10 anni, quando mi fu regalato dall'editore che ho conosciuto per caso, mentre cercavo delle idee per la mia tesi. Si tratta della storia di James Joyce, un triestino che si chiama così perché suo padre era stato il dentista dello scrittore irlandese e quando suo figlio era nato, l'aveva battezzato con il nome e il cognome dell'autore. Questo nome sembra segnare il suo destino e come una sorta di nuovo Ulisse si innamora di una donna tedesca durante la guerra, cerca rifugio in America Latina, dove si stabilisce con una donna indigena, ma continua a pensare al suo grande amore e impazzisce. Nei suoi deliri non smette mai di cercarla concretamente, finché la trova e la convince a raggiungerlo. La scrittura di Jalil è una scrittura difficile e contorta. Anche se la storia non è male, talvolta è difficile seguirlo e risulta un po' pesante.

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